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Correlazioni in Medicina



Baraclude nel trattamento della epatite B cronica negli adulti


Baraclude, che contiene il principio attivo Entecavir, trova indicazione nel trattamento dell’epatite B cronica negli adulti. Viene usato nei pazienti affetti da malattia epatica compensata, in cui il fegato funziona normalmente, pur essendo danneggiato, nei quali si osservano segni che il virus HBV continua a riprodursi ( livelli elevati dell’enzima epatico ) e segni di danno epatico ( rilevati al microscopio ).
Baraclude è disponibile sotto forma di compresse ( bianche: 0,5 mg, rosa: 1 mg ) o di soluzione orale ( 0,05 mg/ml ).

Baraclude deve essere assunto una volta al giorno. La dose cambia a seconda che il paziente sia stato o meno precedentemente in cura per l’epatite B cronica con un medicinale dello stesso gruppo di Baraclude ( un analogo nucleosidico come la Lamivudina ). Nei pazienti che non sono stati trattati in precedenza con un analogo nucleosidico la dose raccomandata è di 0,5 mg, mentre la dose di 1 mg viene usata nei pazienti che sono stati curati in precedenza con Lamivudina ( Zeffix ) e che hanno sviluppato una resistenza a questa sostanza. La dose di 0,5 mg può essere assunta con o senza cibo; la dose di 1 mg deve essere assunta almeno 2 ore prima o 2 ore dopo un pasto.
Nei pazienti con problemi renali le dosi diminuiscono; in questi pazienti è possibile l’impiego della soluzione orale. La durata del trattamento dipende dalla risposta del paziente.

Il principio attivo di Baraclude, Entecavir, è un antivirale che appartiene alla classe degli analoghi nucleosidici. Entecavir interferisce con l’azione di un enzima virale, la DNA polimerasi, che è implicato nella formazione del DNA del virus. Entecavir interrompe la produzione di DNA da parte del virus, impedendogli così di moltiplicarsi e di diffondersi.

Prima di essere studiati nell’uomo, gli effetti di Baraclude sono stati analizzati in modelli sperimentali. L’efficacia di Baraclude nella cura dell’epatite B cronica è stata paragonata a quella della Lamivudina nell’ambito di 3 importanti studi clinici. I pazienti, prevalentemente maschi, di età compresa tra i 35 e i 44 anni, sono stati sottoposti al trattamento per almeno un anno, con Baraclude o con Lamivudina.
Due studi sono stati effettuati su pazienti naive per i nucleosidici ( ossia su pazienti che non sono stati trattati in precedenza con analoghi nucleosidici ). Il terzo studio è stato condotto su pazienti che avevano sviluppato resistenza alle terapia con Lamivudina.
Gli studi hanno misurato l’efficacia del trattamento registrando l’evoluzione del danno epatico nel corso di 48 settimane di terapia ( mediante una biopsia del fegato, con la quale si preleva un campione di tessuto epatico per esaminarlo al microscopio ) nonché altri segni della malattia, come i livelli di un enzima epatico ( ALT ) o del DNA virale in circolazione nel sangue dei pazienti.

Baraclude è risultato più efficace della Lamivudina nel trattamento dei pazienti naive: si è osservato un miglioramento delle condizioni epatiche in poco più del 70% dei pazienti trattati con Baraclude rispetto a poco più del 60% dei soggetti trattati con Lamivudina. Questi risultati sono stati ottenuti sia nei pazienti cosiddetti HBeAg positivi ( infetti dal comune virus dell’epatite B ) sia in quelli cosiddetti HBeAg negativi ( infetti da un virus mutato, che ha provocato una forma di epatite B cronica più difficile da curare ).
Baraclude si è dimostrato più efficace della Lamivudina anche nei pazienti refrattari a questo medicinale: si è osservato un miglioramento della condizione del fegato nel 55% dei soggetti trattati con Baraclude rispetto al 28% dei soggetti trattati con Lamivudina. Al termine dello studio il 55% dei pazienti trattati con Baraclude ha mostrato un livello normale di ALT e nessun segno della presenza di DNA virale nel sangue rispetto al 4% dei pazienti trattati con Lamivudina.

Negli studi clinici gli effetti collaterali più comuni ( riscontrati nel 9% dei pazienti ) sono stati affaticamento ( 6% ), sonnolenza ( 4% ) e nausea ( 3% ).

Baraclude non va usato nei pazienti che potrebbero essere ipersensibili ( allergici ) all’Entecavir o ad uno qualsiasi degli altri componenti.
I pazienti e i medici devono essere a conoscenza del fatto che Baraclude appartiene a un gruppo di medicinali, gli analoghi nucleosidici, che possono causare acidosi lattica, ossia un aumento abnorme del livello di acido lattico chimico nel sangue, con sintomi quali nausea, vomito e dolore allo stomaco.
I pazienti devono inoltre essere al corrente del fatto che la malattia epatica potrebbe peggiorare. Ciò potrebbe avvenire durante il trattamento o al termine dello stesso.
Nei pazienti refrattari alla Lamivudina si è osservata resistenza all’Entecavir ( dovuta al fatto che il virus diventa insensibile all’antivirale ). Poiché la resistenza può incidere sull’efficacia, quest’ultima viene monitorata attentamente nel follow-up di lungo termine.

Il Comitato per i medicinali per uso umano ( CHMP ) ha concluso che Baraclude ha mostrato di essere altrettanto efficace o più efficace del medicinale attualmente usato per il trattamento delle infezioni causate dal virus B dell’epatite.
Il CHMP ha deciso che i benefici di Baraclude sono maggiori dei suoi rischi nel trattamento dei pazienti affetti da epatite B cronica con malattia epatica compensata e ha quindi raccomandato il rilascio dell'autorizzazione all'immissione in commercio. ( Xagena2006 )

Fonte: EMEA, 2006


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